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Gli indirizzi a Venezia: in bocca al lupo!


Calli, campi e campielli, corti, salizzade, fondamenta e rive, porteghi e sotoporteghi, “rughe”: a Venezia tutto è speciale, anche i nomi delle strade, e la numerazione delle case: una follia! I numeri civici attuali sono un’eredità del periodo austro-ungarico (1815-1866), quando la burocrazia imperiale, non riuscendo a districarsi in quel labirinto che è Venezia, ma volendo comunque tassare ogni singola casa (e ogni singola finestra) sfruttò la storica divisione della città in sei (i sestieri) e adottò una numerazione progressiva  a serpentina, tale che ogni sestiere ha una media di 5.000 numeri civici. Come si presenta un indirizzo tipico a Venezia? “Castello 4429” ( è l’indirizzo di un celebre albergo). “Cannaregio 5719” (un celebre ristorante).

Come facevano i veneziani, prima che arrivassero gli austriaci? Semplice. Venezia è nata su un insieme di isole via via collegate da ponti. Ogni isola ha (o aveva) la sua chiesa (alcune furono distrutte in periodo napoleonico) e quindi la sua “parochia”. I “postini” della Serenissima si orientavano in questo modo: parochia (= isola), e nome della famiglia (Ca’ Farsetti, Ca’ Loredan e via discorrendo: Ca’ = casa, con il nome della famiglia che vi abitava). Se avete in casa qualche lettera pre-filatelica, vedrete che si presentano così: nome cognome e “parochia”. A chi vuole avventurarsi nel labirinto di Venezia e ancora non lo conosce, consiglio di fare la stessa cosa: naso all’insù, cercate i campanili! Sono il miglior punto di riferimento per non perdersi, e anche se non dovesse funzionare.. perdersi è romantico, potrebbe portarvi a scoprire luoghi che non avreste mai immaginato: come questo della foto, che pochi turisti conoscono.

Nella foto: sotoportego e Corte Delfina, con lo stemma della famiglia Dolfin. Una delle casate dalla nobiltà più antica, i Dolfin diedero alla città un Doge (Giovanni Dolfin, 1356-1361). Quanto all’origine del cognome, i cronisti dell’epoca la fanno discendere da un soprannominato “Delfino” per l’abilità nel nuoto: certo che si nuotava, a Venezia, nei canali, fino a pochi decenni fa.. e nelle isole minori (dove l’acqua è più pulita) i ragazzini lo fanno ancora.

Un’ultima curiosità: le indicazioni toponomastiche a Venezia vengono chiamate “nizioleti” (da “piccole lenzuola”, in riferimento al loro bianco candore). Lettura consigliata: http://venezia.myblog.it/archive/2009/04/13/nizioleti-a-venezia.html

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